Nel 1980 mio marito Marchetti Silverio, acquista, non senza sforzi, una proprietà a Tavernelle, una graziosa frazione situata a 7 km da Montalcino. La proprietà si compone di un rudere e di 4 Ha e mezzo di terreno. La prima cosa che facciamo è restaurare il rudere per costruirci una casa, dove ci trasferiamo nel 1982; mio marito che da sempre ha lavorato come dipendente in una nota azienda agricola di Montalcino, ormai prossimo alla pensione, decide di investire in vigneto gli ettari di terreno che aveva acquistato. Sono solo piccoli passi, costruiamo pian piano il primo ettaro di vigneto, poi la piccola cantina, intanto vendiamo il vino sfuso, non ancora Brunello di Montalcino, perché la D.O.C.G. in quel momento era chiusa.
Nel 1995 iscriviamo i nostri primi 9842 metri a D.O.C.G., inizia per noi l’ “avventura”, le nostre figlie Ilaria e Fiorella ci aiutano, e pian piano anche i loro figli i nostri nipoti si appassionano: Nicola, il figlio di Fiorella, e Giacomo, il figlio di Ilaria. Mio marito, purtroppo, non ce la farà a vedere la sua prima bottiglia in commercio: muore nel 1997. Saremo noi io, le mie figlie, i miei generi e i miei nipoti a portare avanti il suo impegno. Ecco che nasce Armilla. La parola “Armilla” trova storicamente riscontro in un braccialetto d’oro, usato come ornamento da uomini e donne nella Roma Antica, ma in particolare era un bracciale che presso gli eserciti romani veniva dato come ricompensa a coloro che si erano distinti per meriti militari e che i decorati portavano sul braccio sinistro. Per noi, questa azienda e questo vino sono una promessa mantenuta verso colui che l’ha costruita, inoltre il cerchio di Armilla è continuità: da Silverio a Ofelia, da Silverio alle sue figlie, da Silverio ai suoi nipoti.